Dal Secolo XVIII ai giorni nostri

Agli inizi dell'Ottocento, con i nuovi ordinamenti amministrativi del periodo napoleonico (1807 e 1811), Dipignano diventa Comune e capoluogo del Circondario. Nella sua giurisdizione amministrativa furono comprese le frazioni di Tessano e Laurignano e i Comuni di Carolei, Domanico e Paterno.
Tale organizzazione viene ad essere confermata con legge 1 maggio 1816, n. 360 (cd. “Legge organica sulle Circoscrizioni amministrative”), con la divisione della Calabria  nelle tre province: Cosenza, Catanzaro e Reggio.
Assetto amministrativo che ha è rimasto sostanzialmente immutato fino ai giorni nostri.
Dipignano partecipa attivamente al processo risorgimentale: a quegli avvenimenti sono legati i nomi di Vincenzo Marini-Serra, Grazia de’ Prezi e Giuseppe Mele.
L’Ottocento vede la graduale e irreversibile decadenza della secolare e gloriosa tradizione della lavorazione del rame, soccombente di fronte all’assalto della grande industria.
All’inizio del Novecento, Dipignano vive un periodo importante di vitalità culturale, economica, sociale e politica, che segnerà la storia della cittadina ai giorni nostri.
Emergono con forza dal corpo sociale nuove idee e nuovi protagonisti; le spinte alla modernizzazione in atto nel Paese trovano a Dipignano terreno fertile e sorgono movimenti popolari molto attivi, che danno vita a leghe, cooperative ed associazioni tra artigiani e contadini.
Nel 1906, viene fondata la Cassa Rurale di Dipignano.
Il 1910 vede la nascita, nel rione Doviziosi, di una Comunità Valdese ad opera di Francesco Scornanienchi. In breve tempo assistiamo alla diffusione e al radicamento del Valdismo nella zona.
Altre notizie:
Con la promulgazione del Real Decreto n. 1491 del 14 gennaio 1850 il Circondario di Dipignano viene portato da terza a seconda classe. Durante il Risorgimento, i dipignanesi presero parte attiva ai moti. Si ricordano i nomi di Vincenzo Marini Serra, Grazia De Prezi e Giuseppe Mele. Il sisma del 1638 lo danneggiò gravemente: il villaggio di Motta andò distrutto. Danni ingenti provocarono i terremoti del 12 febbraio 1854 e del 4 ottobre 1870. Nei primi anni del Novecento, Dipignano fu colpito da un’epidemia di colera, che causò diverse vittime. L’epidemia spinse le autorità comunali a rivedere le condizione igieniche del paese e a cercare di risanare il territorio comunale. Seguì, poi un periodo molto interlocutorio a livello economico e culturale. Alla grande guerra anche Dipignano diede un alto contributo in termini di vittime: 63. Il 1918 fu tristemente famoso anche per l’epidemia di “Spagnola”. La malattia aggredì anche la popolazione dipignanese. Durante il periodo fascista si registrarono fame e carestie. Ancora, negli anni ’50 vi fu un'ondata migratoria verso l'America e negli anni ‘60 verso il nord Europa.

 

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